Mi trovo a casa, sto guardando il telegiornale, mi si chiudono gli occhi dal sonno, cerco di riaprirli ma sono troppo stanco e cado in un sonno profondo e spensierato.
Mi ritrovo nel mezzo di una città, bella, pulita e pura dove ogni casa è circondata da alberi, tanto che sono difficili da vedere. Per terra tutto è ricoperto da una soffice erbetta. Ogni cosa, ogni oggetto riflettendo la luce del Sole emana un bagliore che riempe ogni oscurità e io mi sento benissimo, tanto che non sento né il bisogno di giudicare né il timore che qualcosa non vada bene. È come se la luce di questo posto infliggesse in me una strana sensazione, come se mi dicesse tutto riguardo alla vita, come se fosse quel lume immaginario che scioglie ogni domanda illuminandone la risposta che chiamerei Verità.
Sto fermo non mi muovo, continuo ad osservare. Un bambino si scambia qualcosa con un suo coetaneo, sembra ricordarmi qualcosa... una frase... ecco!
Improvvisamente sotto di me si apre un cratere che mi attira verso di sé, cerco di resistere ma la forza è enorme e cedo cadendo dentro a questo cratere.
Ora sto precipitando ad una velocità impressionante, non riesco nemmeno a tenere gli occhi chiusi o a muovere le braccia o le gambe. I secondi passano ma mi sembra di scorgere la fine della mia caduta, si avvicina velocemente ormai, non sento paura perché non ho scelta. Appena prima di toccare la fine chiudo gli occhi e quando li riapro mi ritrovo di nuovo in piedi di fronte ad una nuova città: questa però non è più bella, pulita e pura.
Seppur non giudico né sento che qualcosa di sbagliato si aggiri per l'aria, il ricordo della precedente città è rimasto ben impresso nella mia mente.
E allora paragono la città pura con questa nuova città così familiare:
per primo guardo per terra, dove prima vedevo l'erbetta verde e soffice, ora vedo questo asfalto grigio e duro, poi alzando lo sguardo alla mia altezza mi accorgo di un continuo muoversi di persone e automobili, e tutt'intorno tanto e tanto cemento addobbato da tante e tante insegne di negozi e tanti slogan.
Mi sto guardano attorno e scorgo delle persone mal vestite sedute per terra chiedere l'elemosina e macchine sportive che le coprono al mio sguardo, grandi facce appese ovunque ci sia posto e recipienti pieni di cose messe lì alla rinfusa, cose che a volte sono anche cibo ancora commestibile, un vestito ancora indossabile o anche un gioco ancora divertente.
Alzo lo sguardo, continuo a vedere ancora e ancora cemento, tanto che il bel sole che ammiravo prima mi è impossibile vederlo anche se non fosse nascosto dalle nuvole.
Riabbasso lo sguardo che si incrocia con una scritta.
Vado verso questa scritta. Mi trovo li davanti e cerco di leggere meglio ciò che prima mi era reso difficile dalla distanza ma non appena chiudo gli occhi per lubrificarli sento scuotermi a destra e sinistra
Riapro gli occhi, per la prima volta non mi trovo all'esterno del cemento che vedevo prima, ma al suo interno.
C'è una luce che illumina lo stanza e di fronte a me c'è un giornale.
Leggo un po' qua e là.
Mi viene in mente quella sensazione che sentivo all'esposizione della luce nella città in cui ha iniziato il mio viaggio.
Ora so che quella sensazione significava che tutto andava bene, tutto era apposto, che non c'era necessità di prendersela per qualcosa perché non esistevano ingiustizie, tutto era vero e tutti erano onesti con il prossimo, dal filetto d'erba al bambino che fa baratto.
E ora quella sensazione la risento forte nel mio petto, ma quando ritorno a leggere quello che c'è scritto nel giornale sento quella sensazione diventare dolore, come se avessi perso qualcosa o come se lo stessi perdendo.
Leggo di speculatori che mettono a rischio la vita di uno Stato, di imprese che fanno a pezzi intere foreste, di pochi ricchi e di tanti poveri, di persone che pur di arricchirsi ridono di fronte a delle (per loro) lucrose catastrofi, di politici che non fanno ciò che serve al popolo ma ciò che serve a se stessi, di milioni di alberi tagliati per creare milioni di fogli che poi vengono sprecati, di persone che hanno il potere di fare del bene ma lo usano solo per se stessi, di persone che uccidono, di persone che prendono dai poveri per non prendere dai ricchi, di avvocati che rendono un colpevole innocente...
Continuo a leggere ogni articolo di quel giornale con la speranza che ciò che leggo sia tutto falso, che tutto ad un tratto rivenga trasportato nella perfetta città dove ha avuto inizio il mio viaggio, ma non succede nulla...
Apro gli occhi, in TV c'è la pubblicità, fuori tutto è normale, almeno per me, almeno per l'uomo, la strada al posto dell'erba è normale, una grattacielo al posto di una pineta è normale, una persona che ha miliardi e una che non ha centinaia è normale, la vendita delle sigarette è normale, persone che vendono la proprio anima è normale, tutto è normale, posso ritornare a dormire, tutto è normale.
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